IL CAMMELLO E IL DROMEDARIO
[A A#m A Am F Dm E Dm Am Dm Am]
[D]In un deserto un [Dm]giorno s’incontr[A]arono,
[Dm]senza vol[A]erlo per [Dm]caso si guard[Am]arono,
[Gm]un drome[C]dario [F]ricco [G]ed un camm[A]ello[F] povero.
[E]Si salut[A]arono,
si oltrepass[Dm]arono,
poi si fer[A]marono,
ci ripens[Dm]arono,
e ritorn[G]arono,[C]
si riguard[F]arono
e il dromed[E]ario disse così[A]:
[Dm]Beh, perché
tu c’h[D]ai due gobbe ed io ne ho solo una? Perché
mi guardi imbambolato dalla duna? Perché
continui a masticare e non rispondi?
Dammene una,
se me la vendi una fortuna ti darò!.
Ed il cammello, essendo bisognevole,
per un momento si dimostrò arrendevole
poi si guardò le gobbe con occhio lacrimevole.
E allor ci ripensò
e se le riguardò,
la testa dondolò
e poi la sollevò,
lo sguardo corrucciò
e il petto si gonfiò
e al dromedario disse così:
Sai che c’è?
Io resto con due gobbe e tu con una perché
non me ne importa della tua fortuna perché
son povero ma bello e nerboruto
e dalla duna
io ti saluto e con due gobbe me ne vo!.
Così si riconferma che il cammello è bigobbuto
e il dromedario monogobba resterà.{title:}