IL DONO DEL CERVO
di Angelo Branduardi (1976)
[C]Dimmi, [G]buon si[C]gnore, che siedi [G]così [Am]quieto,
la [C]fine [G]del tuo [C]viaggio, che cosa [G]ti po[Am]rtò
Le [C]teste [G]macu[C]late di fe[E]roci [Am]tigri,
per [C]farte[G]ne ta[C]ppeto le [E]loro [Am]pelli?
[G]Sulle colli[C]ne, tra il quarto e il [E]quinto [Am]mese,
[G]io per ca[C]cciare, da solo [E]me ne [Am]andai.
E fu così che [F]col cuore in gola,
un agguato al daino [G]io ten[C]devo,
ed invece venne il cervo, che davanti a me [E]si fer[Am]mò
"[C]Piango il [G]mio des[C]tino: io presto [G]mori[Am]rò
[C]ed in [G]dono a[C]llora a [G]te io of[Am]frirò, [C]queste [G]ampie [C]corna,
mio [E]buon si[Am]gnore, [C]dalle [G]mie o[C]recchie, tu [E]potrai [Am]bere,
[G]un chiaro [C]specchio, sarà per [E]te il mio [Am]occhio,
[G]con il mio [C]pelo, pennelli [E]ti fa[Am]rai
E se la mia carne [F]cibo ti sarà, la mia pelle ti ri[G]scalde[C]rà
e sarà il mio fegato che coraggio [E]ti da[Am]rà.
E così sarà, buon [F]signore, che il corpo del tuo [G]vecchio [C]servo
sette volte darà frutto, sette volte [E]fiori[Am]rà.
[C]Dimmi [G]buon si[C]gnore, che siedi [G]così [Am]quieto
la [C]fine [G]del tuo [C]viaggio, che cosa [G]ti po[Am]rtò, che cosa [E]ti por[Am]tò.